dal blog di Sara Pick:
Troppo spesso capita di "sentir parlare" di qualche evento allucinante e disumano come questo dopo che e' avvenuto e, stupiti, ci si trova a dire o pensare "ma com'e' possibile che nessuno ne abbia parlato, che nessuno se ne sia accorto e tanto piu' che IO non ne abbia sentito parlare". E' capitato con l'olocausto, con il genocidio del Ruanda, con il mostro di Malstetten e la lista purtroppo potrebbe continuare all'infinito. Oggi come 50 anni fa.
Voglio divulgare, utilizzando qualsiasi canale a mia disposizione, una serie di informazioni sulle violenze gravissime che si stanno perpetrando in Congo da diversi anni, violenze delle quali nessun telegiornale parla, nonostante i molteplici comunicati e richieste di aiuto da parte di organismi quali l'Unicef, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, per non parlare delle organizzazioni religiose. Il mio scopo e' quello di informare e sensibilizzare, augurandomi che anche l'opinione pubblica inizi ad interessarsi a quello che sta succedendo ad altri esseri umani torturati quotidianamente sotto i nostri occhi senza che nessuno faccia o dica niente.
In Congo, ogni giorno, decine di donne vengono violentate selvaggiamente da gruppi di uomini armati che, oltre a violentarle in gruppo per diversi giorni o addirittura mesi di seguito, le penetrano con baionette e pezzi di legno fino a distruggere i loro organi riproduttivi e digestivi.
Poche donne sembrano sfuggire a questa sorte. Mukwege, ginecologo congolese, afferma che la sua paziente più vecchia aveva 75 anni e la più giovane 3. "Alcune di queste bambine dalle viscere distrutte sono così giovani che non capiscono cosa sia loro successo", spiega. "Mi chiedono se un giorno potranno avere figli, ed è molto duro guardarle negli occhi". Nessuno, fra medici, cooperanti, ricercatori congolesi, ricercatori occidentali è in grado di spiegare esattamente perché stia succedendo; inoltre spiega che spesso non sa come operare: «Io sono solo un ginecologo, avrei bisogno di lavorare in un team di medici con dei chirurgi urologi ed esperti del colon/retto per poter insieme discutere e vedere come possiamo offrire a queste donne un futuro in dignità». La violenza sessuale in Congo raggiunge un livello mai visto prima da nessuna parte. È ancora peggio che in Rwanda durante il genocidio. L'impunità può essere un fattore che contribuisce a questa situazione, sottolinea Bourque, perché sono pochissimi i colpevoli che vengono puniti.
Le donne che subiscono le torture (sovente da parte di 10 o anche 20 uomini alla volta) spesso sono uccise nelle foreste, se riescono a scappare e a rientrare nei villaggi devono far fronte al rigetto da parte dei propri mariti, dei famigliari e della comunità intera perché «sporcate» da altri uomini e quindi incettabili. Inoltre, nel caso in cui riescano a recarsi nei centri medici in cui possono ricevere cure, devono affrontare un calvario di operazioni per ricostruire l'apparato genito/urinario/rettale che è stato totalmente distrutto durante le violenze. In effetti, parlare di violenze è riduttivo: si tratta di vere e proprie torture durante le quali oggetti di qualsiasi tipo taglienti e contundenti sono infilati nell'apparato genitale della donna, non raro uno sparo finale per distruggere interamente l'apparato genitale. La sistematicità con cui questi atti sono compiuti fa pensare a una tattica di guerra in cui l'obiettivo è quello di annientare le popolazioni e impedire loro di ricostituirsi e risollevarsi.
Secondo le Nazioni Unite, nel 2006 ci sono state 27 mila violenze sessuali solo nella provincia del Sud Kivu, e probabilmente questa è solo una parte del numero totale. "La violenza sessuale nel Congo è la peggiore del mondo", afferma John Holmes, vicesegretario generale per gli affari umanitari dell'Onu. "Per quantità, brutalità indiscriminata e cultura dell'impunità, risulta devastante".
Secondo le vittime, uno degli ultimi gruppi comparsi sulla scena si chiama "i Rasta", un misterioso gruppo di fuggitivi con pettinature, appunto, rasta che vivono nel bosco più profondo, vestono alla moda dei Los Angeles Lakers e sono famosi per bruciare bambini, sequestrare donne e fare a pezzi, letteralmente, qualsiasi persona si interponga sulla loro strada. I funzionari dell'Onu affermano che i Rasta facevano parte delle milizie hutu fuggite dal Rwanda dopo il genocidio del 1994 che, sembra, si sono scisse e specializzate in crudeltà.
Honorata Barinjibanwa, una giovane di 18 anni, spiega che l'hanno sequestrata prelevandola da un villaggio attaccato dai Rasta ad aprile e l'hanno trattenuta come schiava sessuale fino ad agosto. La maggior parte del tempo rimaneva legata ad un albero e ancora conserva i segni della corda intorno al collo. Gli uomini, racconta, erano soliti scioglierla per qualche ora al giorno per sottoporla a violenze di gruppo.
"Continuo a soffrire e ho i brividi", spiega Kasindi Wabulasa, stuprata da cinque uomini a febbraio. Gli uomini tenevano puntato un fucile Ak-47 al petto del marito e lo obbligavano a guardare, con la minaccia che lo avrebbero ucciso se avesse chiuso gli occhi. Quando finirono, lo ammazzarono ugualmente.
Questo e' quanto. Penso di non aver bisogno di aggiungere altro. Chiedo solo di divulgare questa notizia in qualsiasi modo possibile e di adoperarsi, ognuno a proprio modo e nelle proprie possibilita', per far si' che questo massacro possa giungere a una fine. Grazie.
Per approfondimenti
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=39125
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3951
http://www.terrelibere.org/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=03582
http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/comunicati_stampa.asp?id=1663
http://www.boingboing.net/2007/10/07/africa-rape-epidemic.html
http://www.iht.com/articles/2007/10/07/news/congo.php
ecco il link della petizione, fate in modo che tutti sappiano cosa accade nel mondo, fate girare, via e-mail, via myspace, nei modi che conoscete, e sopratutto, firmatelo!
http://www.petitiononline.com/Congo/petition.html
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