junior alla pari

giovedì 14 febbraio 2008

CROLLO EMOTIVO

Cosa mi può essere successo per ridurmi in uno stato di sconforto inconsolabile la mattina del 13 febbraio?

Tutto è cominciato dopo tre ore di profonda apatia in classe che mi ha colmato la testa di pensieri.
Quando è suonata la campanella della terza ora è uscita dalla classe la prof. di Francese, io come ho già detto ero caduto in apatia e quando tutta la classe si è alzata in piedi all'entrare della prof. di Inglese, la mia tranquillità cogitante è stata interrotta dal frastuono delle sedie e dei banchi in tumulto!
Tutto sembrava andare per il verso giusto e ristabilitasi la calma all'interno dell'aula la professoressa comincia ad intraprendere un discorso molto interessente che avrebbe funto da preambolo ad una successiva discussione riguardo alcune pagine del libro di Umberto Galimberti "L'ospite inquietante".
Io avrei voluto ascoltare e partecipare a tale discorso solo che la mia mente era altrove e del tutto assente.
Dopo qualche giro di sessanta secondi delle lancette avevo le lacrime agli occhi: in silenzio stavo riflettendo sulla mia vita attuale quando le intense parole pronunciate dalla professoressa sono andate ad aprire il rubinetto dei miei penseri, facendo così sgorgare acque rumorose dalle mie congiuntive impregnate di tristezza.
Mentre le lacrime si caricavano nei miei occhi sempre più pesanti ed io continuavo col mio silenzio apatico, lasciando il corpo seduto abbandonato sul banco e volando con la mente, la professoressa ha chiesto cosa stesse accadendo al mio corpo ed è così che ci sono rientrato in modo tale da poterle rispondere, solo che non avevo previsto che una volta tornato nella mia carne, quest'ultima fosse talmente carica di tensione da scaricarla insieme alle acque che nel frattempo ho cominciato a sgorgare. Ed è cosi che in pratica è iniziato il crollo emotivo, probabilmente dovuto ad un sovraccarico di stress, emozioni, pensieri e piccoli problemi che caratterizzano l'attuale periodo della mia vita...
Quando alzando il volto mi sono accorto che tutta al classe mi stava guardando, le parole non riuscivano a varcare le mie labbra ed è cosi che un incessabile pianto ha preso il sopravvento.
Dopo un po' ho chiesto al resto del mio mondo di lasciare che tutto passasse da sé senza interrompere il dibattito con la prof. ma quando ho notato che la crisi non era finita lì ho chiesto di uscire dalla classe e ho cominciato a vagare per il corridoio in direzione dei bagni, con aria smarrita, le gambe pronte a cedere ad uno svenimento e lacrime che mi rigavano il volto.
Ai compagni di classe e ai bidelli che mi hanno offerto conforto o aiuto ho risposto: "Va tutto bene, ho solo un po' di mal di pancia" il che in parte era vero perché avevo realmente un blocco intestinale il quale fungeva da complice in questa trappola che la fragilità mi ha teso.
Una parte poco piacevole è stata quando due ragazze che mi osservavano indiscretamente mentre andavano in bagno si sono spaventate vendendomi agitato, sull'orlo dello svenimento, tremando a tempo del mio sangue effervescente e con il cuore che pulsava quasi stesse gareggiando a chi andava più forte con il mio respiro affannoso! Qualsiasi possa essere stato il motivo specifico di questo sfogo, ha sorpreso tutti vedermi in questo stato. E forse è meno inquietante però rispetto ai miei tanti sorrisi sforzati, cui tutti erano abitutati a vedermi, e a quando fingo di avere tutto sotto controllo o di potermi svagare lanciandomi in direzione opposta rispetto al buon senso.
Alla fine della quarta ora sono rientrato in classe dopo essermi asciugato il viso ma con gli occhi comunque stropicciati e chiedendo scusa alla classe e alla prof per il disagio che ha generato questa ambigua manifestazione dei miei sentimenti.
L'ora successiva, nonché l'ultima della giornata, è stata più gradevole, se non al quanto imbarazzante. Comunque i miei compagni hanno accolto la mia richiesta di rimandare le spiegazioni all'uscita e si è continuata la discussione con la professoressa la cui soave parola mi ha riportato il sorriso sulle labbra.

Questo sfogo è stato da una parte molto utile e ha segnato di certo l'inizio di una nuova storia, la mia e di chiunque voglia camminare con me per il sentiero, ora più illuminato ai miei occhi, della vita.
Speriamo che le lacrime portino consapevolezza, quindi solidità, equilibrio e nuovi sorrisi, più veri.



11 commenti:

tutorjunior ha detto...

Grazie Alberto!
mauro

Anonimo ha detto...

Ciao Albè...
innanzitutto spero che il tuo stato d'animo adesso sia almeno un pò migliore, alla fine, dopo le lacrime ci si sente quasi sempre meglio.

Non so quale sia il motivo di questo crollo, ma ti assicuro che ti capisco anche fin troppo bene. Solitamente con il pianto si lascia andare tutta la tensione e lo stress accumulato e fa bene (ovviamene eccetto quando ti capita in sessione d'esame come è successo a me l'ultima volta)
Per quanto riguarda il fatto che qualcuno si possa essere sorpreso di questo avvenimento, io penso che sia una cosa positiva, almeno hanno potuto vedere la fragilità che alla fine è insita e latente in ognuno di noi e quindi anche in te.
Ora però porta avanti i sorrisi e guarda la vita con occhi meno severi.

Ed io torno a deprimermi sulle mie relazioni!
P.S.: se mai avessi bisogno il mio space è sempre aperto!

Anonimo ha detto...

Di niente mauro, da quando ho iniziato questo gruppo mi è semplicemente tornata la voglia di scrivere!!!
grazie e alla prossima

Anonimo ha detto...

E' sempre così difficile trovare un po' di spazio per noi stessi. Per riuscire ad ascoltare la voce delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e dei nostri stati d'animo.
Siamo sempre di corsa, impegnati in mille cose e circondati, per la maggior parte del nostro tempo, da persone alle quali sentiamo di doverci mostrare sempre "migliori".
Come se non fosse abbastanza mostrarci come in realtà siamo.
Allora ecco che iniziano a susseguirsi sorrisi forzati, emozioni distorte, pensieri irreali...
Il contrario di NOI.
Gli altri iniziano così a vederci come "i pagliacci" della situazione. Quelli che fanno ridere sempre e in qualsiasi situazione. Ci vedono come "gli inaffondabili". Quelli che non crolleranno mai, perchè troppo sicuri di sè stessi.
Ma in realtà, poi, dov'è tutta questa fiducia che mostriamo?
Comunque, per concludere, mi è dispiaciuto leggere di questo tuo crollo emotivo.
Ma sono altrettanto convinta questi momenti di "lucidità" siano molto utili.
Utili per capire meglio noi stessi, per dare ascolto (una volta tanto) più a noi stessi che agli altri. Utili per fermare, in un certo senso, il mondo e renderci conto che esistiamo.

Anonimo ha detto...

E bello lasciarsi andare alle proprie emozioni e non avere vergogna di quello che si vive.Ascoltare la propria amina e permettere che questa parli per noi è rappresentare la sua bellezza e la sua forza.Dal crollo scaturisce una forza nuova. Ciao
Rita

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

ma bravo alberto!!!!!!!non pensavo fossi così bravo a scrivere!!!!COMPLIMENTI!!!ti voglio bene!

Anonimo ha detto...

"lasciando il corpo seduto abbandonato sul banco e volando con la mente", l'esperienza che colgo è quella tipica della ricerca di un diverso stato di coscienza; è bello ed importante sperimentare nuove modalità per percepire se stessi e il mondo; ciò dà vita, aiuta a superare i ristagni mentali e relazionali; offre nuovi stimoli creativi; valorizzerei comunque la voglia e capacità di volare oltre, sapendo e riuscendo comunque a conservare un filo di contatto con la realtà; e questo nella tua esperienza, caro Alberto lo colgo alquanto presente nella tua voglia e capacità di scrivere e comunicare l'esperinza.

Anonimo ha detto...

aggiungo questo URL che non era comparso nella mia precedente
www.creattivaria.altervista.org

Anonimo ha detto...

Ho trovato davvero fantastico questo tuo racconto, anche perché sono in una situazione molto difficile. Se mi conversazione di scriverti in privato ti sarei molto grato.

Anonimo ha detto...

Concedessi*