junior alla pari

martedì 18 marzo 2008




CORPO: PROTAGONISTA NEI DISTURBI ALIMENTARI


L’adolescenza è caratterizzata dal susseguirsi spesso tumultuoso di una serie di cambiamenti individuali, connessi allo sviluppo somatico e psichico.
Tra questi cambiamenti, la trasformazione fisica riveste un ruolo di primaria importanza.
È già stato osservato come l’accettazione del proprio corpo sia una questione centrale nel corso dell’adolescenza.
Questo processo, anche se vissuto positivamente, comporta sempre un certo grado di stress, in quanto obbliga i ragazzi a mettere in discussione la propria immagine. Per questo nel periodo dell’adolescenza insorgono spesso importanti disturbi alimentari che nascono laddove vi è già un problema con il cibo e con la propria immagine. I principali disturbi alimentari sono l’anoressia e la bulimia che provocano una distorta percezione di stessi.
L’ANORESSIA
L’anoressia consiste nell’ostinato rifiuto del cibo e da un forte desiderio di perdere peso. Gli individui affetti da anoressia, anche se assumono alimenti in quantità minima ,vengono assaliti da sensi di colpa e si inducono il vomito. L’eccessiva enfasi posta dalla società contemporanea sulla magrezza induce a considerarla sinonimo di bellezza, e quindi di successo. Rifiutare il cibo significa essenzialmente rifiurare di crescere, di ricevere affetto, di confrontarsi con un mondo adulto e di assumersi le responsabilità che la vita ci impone.
LA BULIMIA
La bulimia è caratterizzata da ricorrenti abbuffate che si svolgono in un periodo di tempo limitato. La reazione a queste abbuffate è un grande senso di colpa e disgusto di sé che si cerca di eliminare autoinducendosi il vomito e/o assumendo lassativi.
POSSIBILI INTERVENTI
In questi ultimi anni sono sorti ovunque sul territorio nazionale centri pubblici e privati che si sono dedicati specificamente al trattamento delle patologie alimentari negli adolescenti. Ma ci chiediamo come intervenire esattamente? Noi pensiamo innanzitutto con la prevenzione. E di ciò deve farsi carico la società, attraverso campagne informative intelligenti, spiegazione del problema, stimolazione degli adolescenti. Grande importanza assume la scuola e la famiglia dove si forma la personalità del ragazzo. Gli adolescenti, ovvero noi, vogliamo essere centrali nella società, vogliamo essere ascoltati e dialogare. Non vogliamo che le nostre problematiche, le nostre motivazioni, i nostri gusti vengano banalizzati quando non ridicolizzati. E la società deve rispondere nel modo più corretto alle nostre esigenze, creando spazi, fornendo strutture e, soprattutto, prestando attenzione e ascoltando le nostre richieste.

Annalisa si racconta

Annalisa, ora ventenne, all’età di quattordici anni a causa del divorzio dei suoi genitori ha attraversato un brutto periodo. Non era ascoltata da nessuno ha trovato sfogo nel cibo dando vita a un disturbo alimentare grave quale la bulimia.

Ora c’è ne parlerà.

Annalisa chi sei? Descriviti

Sono una semplice ragazza che frequenta l’università facendo anche qualche lavoretto qua e là. Ho tanti amici e amo leggere, ma questo è il presente. Prima ho avuto un passato che mi ha fatto maturare. È proprio il passato, l’amore dei familiari e la forza in me stessa che mi hanno fatto diventare la ragazza responsabile che sono ora.

Perché il passato ti ha fatto tanto soffrire?

Vivevo in un clima di tensioni i miei litigavano spesso anche davanti a me e questo ha portato alla separazione dei miei genitori. Mio padre ha cambiato città e io lo vedevo solo nei fine settimana. Il mio più grande punto di riferimento se ne era andato.

Perché sei diventata una ragazza bulimica?

Ero sempre nervosa e stressata dai ritmi della vita. Tornavo a casa ed ero sempre sola, la casa era buia e desolata. Il mio miglior amico era diventato il cibo ma ben presto si è rivelato il mio peggiore incubo.

Cosa facevi esattamente?

Andavo incontro a ricorrenti abbuffate e la reazione a ciò era un grande senso di colpa e disgusto verso me stessa tanto da provocarmi il vomito. Il cibo che prediligevo erano i dolci.

Come ti sentivi in questo periodo?

Mi guardavo allo specchio ma il mio sguardo era perso. Ero una ragazza solare, vivace ma la bulimia aveva spento in me la voglia di vivere. Avevo una bassa autostima. Non riuscivo ad accettarmi, ma la cosa più dolorosa era che nessuno si accorgeva del mio problema.

E poi cosa è successo?

Avevo paura di me stessa, di quello che potevo fare. Era un periodo in cui anche mia madre stava male. Non riusciva ad accettare la separazione. Dopo aver toccato il fondo ho capito che lei aveva bisogno di me, di un mio sorriso. Ho parlato del mio problema con entrambi i genitori, siamo andati da uno psicologo che si è avvalso dell’aiuto del dietologo. Grazie all’aiuto dei medici sono riuscita a scaricare la mia rabbia e a far uscire le mie vere qualità.
Come ti sei sentita dopo?

Piano piano mi sono rialzata e ho ristabilito un rapporto sereno con tutti. Mi sentivo amata e guardandomi allo specchio mi piacevo più di prima. Ero la ragazza di un tempo che rincorreva i suoi sogni.

Come ricordi questa esperienza?

È stato un periodo della mia vita che non dimenticherò mai. Oggi ne parlo con tranquillità e voglio che la mia storia possa essere un messaggio per altre ragazze che vivono questo disturbo. Lottate perché vale la pena di vivere anche le esperienze negative.


GRUPPO CASARANO
"QUELLI CHE LA MAMMA DICE DI SEGUIRE "
DELIA, MARTINA, MARA

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